domenica 9 ottobre 2011

UNITED FOR GLOBAL CHANGE

Contro il debito che strozza l’Europa e il mondo intero

Nella giornata del 15 ottobre per la prima volta il mondo intero si mobiliterà in  ogni piazza di ogni nazione
Per una vita degna di essere vissuta, per pretendere un cambiamento radicale dell'attuale sistema economico, politico e sociale, basato sullo sfruttamento dell'individuo e delle risorse, contro un sistema che annienta popoli interi in nome del profitto di pochi potenti

In Italia, per la voragine tra la casta politica e la società, scenderà nelle piazze per difendere la democrazia ed attuare finalmente la nostra costituzione, una mobilitazione unitaria di movimenti, uomini e donne di diverse generazioni, provenienze politiche, sociali, mentre la politica, maggioranza e opposizione, programmano stangate contro lavoratori, dipendenti e autonomi, contro l’istruzione pubblica e i giovani che non trovano lavoro, contro i ceti medi e bassi che vivono una vita sempre più difficile e precaria.

Vogliono che noi onoriamo il debito che loro hanno permesso  si accumulasse,
la parola d’ordine è  “non paghiamo il vostro debito”

Il paese che costoro stanno vessando non è come loro. La maggioranza degli italiani è quella che ha vinto i referendum contro il nucleare e contro la privatizzazione dell’acqua.
Quindi per un  alternativa all’illusione della “crescita”,  il tempo giusto e ora, sabato prossimo 15 Ottobre 2011

Gerardo Musca

Alternativa partecipa alla manifestazione del 15 ottobre a Roma.

A tutti gli iscritti di Alternativa Emilia Romagna.

Tutti quelli che vogliono partecipare alla manifestazione potranno usufruire degli autobus messi a disposizione del coordinamento 15 ottobre.Ci sono diversi gruppi che partono da tutta la regione Emilia Romagna.  Per le bandiere di Alternativa potranno rivolgersi ai referenti sul territorio da contattare tramite la mail che c'è sul Blog :alternativa.emr.politica@gmail.com.
Per prenotare i bus leggete il link. 
Questo parte da Bologna.  

https://www.facebook.com/event.php?eid=150259865069524&ref=ts 


Questo da altre Province della Regione. 

https://www.facebook.com/pages/Coordinamento-15-ottobre-2011/266576893374830

Per dare la vostra adesione: adesioni15ottobre@gmail.com per info logistiche: logistica15ottobre@gmail.com
Sito Web



https://www.facebook.com/event.php?eid=150259865069524&ref=ts  

sabato 1 ottobre 2011

BENVENUTI A BOLOGNA


Piazza Verdi e via Petroni - presidio fisso integrato nelle ore notturne dalle Forze di Polizia della Polizia Municipale. Alla ferrovia e nelle zone limitrofe verrà attuato un presidio notturno dei militari dell’Esercito.

Medio evo prossimo venturo e nuove inquisizioni.

Nelle nostre città, quando non è occultabile tra le pieghe di istituzioni totali (carcere, strutture psichiatriche) è sempre più visibile l’indigenza, l' impoverimento dell’esistenza umana, così i bisogni che si esprimono in modo confuso e indifferenziato, verso una società sempre più repressiva, incapace di dare risposte e proporre opportunità ma il dubbio che questa apparente incapacità o cecità degli amministratori locali legati a privilegi partitici, che non si occupano dei bisogni dei cittadini e delle necessità di una società in continuo mutamento, ma solo a preservare lo status quo, rifiutano e negano questo segnale che arriva soprattutto dalle nuove generazioni, che sempre più riempiono alcune piazze e alcuni quartieri delle nostre città sia, voluta, auspicata, per giustificare con i termini “degrado”, il termine “tolleranza zero”, e cioè l’intolleranza, e il rifiuto o l’incapacità di riconoscere il fallimento di questo modello sociale e non discutere e spiegare l’origine del disagio della sofferenza esistenziale,  un malessere voluto, auspicato, alimentando paure e pregiudizi nei cittadini ignari o preoccupati per un futuro all’insegna dell' incertezza.
Le caste si auto celebrano, cosi il disagio, la sofferenza, la tristezza, la rabbia, l’inquietudine, la povertà 
 del giovane disoccupato, del cassintegrato, del padre di famiglia licenziato, del precario, del forestiero (extracomunitario), quando il politico non inventa reati di chiara radice fascista “reato di clandestinità”, si delega la psichiatria, sempre pronta ad inventare pseudo-malattie foraggiando le immense lobby farmaceutiche, pur di non dire, non discutere ed affrontare le origini dei malesseri di questa società sempre più in declino.

Gerardo Musca

domenica 11 settembre 2011

ATTENTATO TORRI GEMELLE - Decennale 11/09/2001 - 11/09/2011




 In occasione del decennale trascorso dopo l'attentato dell'11 settembre alle Torri Gemelle,Salotto Precario ha organizzato un cineforum durante la Festa dell'Unità di Bologna incentrato sulle "teorie del complotto"  .Ieri sera 10 /09/2011  è stato proiettato il fim ZERO di Giulietto Chiesa.Ospiti :Lucia Scogna  e Gerardo Musca portavoci di Alternativa e del documento redatto dall'ufficio centrale  di  Giulietto Chiesa momentaneamente impegnato in Russia.Chiesa dopo essere stato informato ha ritenuto opportuno mandare le sue dichiarazioni attraverso i suoi referenti in Regione Emilia Romagna e sul Territorio Nazionale.


GIULIETTO CHIESA : NON E’ COMPLOTTISMO


 I termini negazionista e complottista che vengono liberamente usati li trovo offensivi. Dovremmo contestarli in ogni occasione.
Chi crede nella versione ufficiale come li chiamiamo? Credulosionisti? Ottusionisti?

Se dico che le risposte assai poco sensate dell'amministrazione USA non sono soddisfacenti perché devo essere definito complottista o negazionista? Sono uno che si sforza di analizzare lucidamente la realtà e di darne una spiegazione logica. Se una cosa non mi risulta convincente, non mi risulta convincente, anche se deriva da una risposta "ufficiale". La storia, specie quella italiana, è ricchissima di casi in cui i governi e le istituzioni hanno mentito. Quindi è assolutamente legittimo dubitare e chiedere spiegazioni convincenti.

L'11 settembre 2001 ho visto l'attentato dapprima alla televisione greca (ero in un albergo dell'isola di Naxos), poi sulla CNN e poi su RAI 1 e nella stessa giornata mi sono subito chiesto alcune domande, che mi sono sembrate ovvie:
  • Come è possibile che la difesa aerea USA, il paese più militarizzato e tecnologico del pianeta, in quasi due ore non sia mai stata in grado di intervenire e che abbia persino permesso di colpire il quartier generale della propria difesa.
  • Come sono potute crollare in quel modo inspiegabile le due torri (del crollo ancora più inspiegabile della terza torre ho saputo solo in seguito).
  • Che vantaggio hanno gli attentatori a compiere un attentato così clamoroso che comporterà inevitabilmente una pesante ritorsione militare nei loro confronti.
Negli anni successivi mi sono molto informato tramite Internet, confrontando tesi e controtesi, e il numero di domande è enormemente cresciuto, ma le risposte ufficiali sono quasi sempre state del tutto insoddisfacenti, mentre gran parte delle tesi di chi le contestava diventavano, alla prova dei fatti, sempre più concrete e dimostrate dalle prove che poco alla volta emergevano. Altro che negazionista o complottista.

Comunque, stamattina ho avuto il piacere di vedere nella piccola edicola vicino a casa mia tre copie dell'Espresso con allegato il cofanetto di DVD includente Zero. La distribuzione del film Zero in DVD e via download finora è stata decisamente poco brillante, non solo a causa del boicottaggio al film, ma questa operazione con L'Espresso è finalmente una buona mossa. La produzione di Zero ha comunicato ai piccoli coproduttori del film che diversi redattori del gruppo Espresso e Repubblica hanno cercato di impedire la distribuzione del film tramite la rivista, ma evidentemente non ci sono riusciti.

GIULIETTO CHIESA -  DANILO LOLLOBRIGIDA -  ANDREA PINNA - LUCIA SCOGNA - GERARDO MUSCA  

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martedì 6 settembre 2011



SCIOPERO GENERALE DEL 6 SETTEMBRE 2011 - BOLOGNA -PIAZZA MAGGIORE -VIA INDIPENDENZA 



Oggi la Manovra del Governo ha ricevuto la leggittima risposta dai sindacati,pochi direi  solo la CGIL. Alternativa Emilia Romagna ha partecipato alla manifestazione e distribuito il volantino che pubblichiamo per ribadire che noi il debito non lo paghiamo!






NON PAGHIAMO IL LORO DEBITO



Alternativa denuncia la cessione della sovranità nazionale alla Banca Centrale Europea che tutte le forze politiche hanno passivamente accettato.
Per farci pagare il loro debito, i ceti dominanti italiani ed europei aggrediscono le condizioni di vita della stragrande maggioranza di cittadini. Per questo partecipiamo alla mobilitazione contro l'ennesima manovra finanziaria, che:
-        Stabilisce la privatizzazione dei servizi pubblici (nonostante i recenti referendum)
-        Taglia le rimesse agli enti locali, provocando tagli e diminuzioni dei servizi sociali, del welfare, della sanità
-        Taglia le pensioni
-        Mette a rischio il Tfr e la tredicesima ai dipendenti pubblici
-        Sancisce per via legislativa la validità erga omnes dei contratti aziendali che potranno  derogare dal Contratto Nazionale di Lavoro e dallo Statuto dei Lavoratori. Con queste norme si estende il “piano Marchionne” all'intero mondo del lavoro, come esplicitamente richiesto dalla Banca Centrale Europea.
Si tratta di scelte regressive e antidemocratiche,rispetto alle quali la piattaforma dello sciopero odierno proposta dalla CGIL è del tutto inadeguata.
Non solo essa non contiene una chiara difesa dei beni comuni, dei servizi pubblici e delle pensioni, ma addirittura difende lo scellerato accordo interconfederale del 28 giugno.
La CGIL tragga conclusioni coerenti con quanto sta accadendo, e ritiri immediatamente la propria sigla da quella intesa, perché è stata quella firma ad aver aperto la strada alla sostanziale cancellazione per legge del Contratto Nazionale di Lavoro e alle deroghe allo Statuto dei lavoratori. Se non lo farà dimostrerà di non essere impegnata nella difesa dei lavoratori, bensì di usarli strumentalmente nel tentativo di fare strada ad un governo di larghe intese, a cui possa partecipare anche ilcentrosinistra, al quale sarà concesso di fare tutto ciò che viene giustamente impedito a Berlusconi. Perchénemmeno questa manovra sarà sufficiente.
Come ha rilevato la Corte dei Conti, per rispettare i parametri sul rapporto debito/PIL imposti dall'Europa,presto saranno necessarie ulteriori durissimi interventi.
In questo modo la crisi continuerà ad aggravarsi.
Dobbiamo fermarli, mandando a casa l'intero ceto politico, nelle sue varianti di destra e di sinistra e aprendo la strada ad una vera democrazia partecipata e portatrice dei valori costituzionali.

NOI IL LORO DEBITO
NON LO PAGHIAMO!

Sito web: http://alternativaemiliaromagna.blogspot

sabato 3 settembre 2011



NON PAGHIAMO IL LORO DEBITO


Alternativa denuncia la cessione della sovranità nazionale alla Banca Centrale Europea che tutte le forze politiche hanno passivamente accettato.
Per farci pagare il loro debito, i ceti dominanti italiani ed europei aggrediscono le condizioni di vita della stragrande maggioranza di cittadini. Per questo partecipiamo alla mobilitazione contro l'ennesima manovra finanziaria, che:
-        Stabilisce la privatizzazione dei servizi pubblici (nonostante i recenti referendum)
-        Taglia le rimesse agli enti locali, provocando tagli e diminuzioni dei servizi sociali, del welfare, della sanità
-        Taglia le pensioni
-        Mette a rischio il Tfr e la tredicesima ai dipendenti pubblici
-        Sancisce per via legislativa la validità erga omnes dei contratti aziendali che potranno  derogare dal Contratto Nazionale di Lavoro e dallo Statuto dei Lavoratori. Con queste norme si estende il “piano Marchionne” all'intero mondo del lavoro, come esplicitamente richiesto dalla Banca Centrale Europea.
Si tratta di scelte regressive e antidemocratiche, rispetto alle quali la piattaforma dello sciopero odierno proposta dalla CGIL è del tutto inadeguata.
Non solo essa non contiene una chiara difesa dei beni comuni, dei servizi pubblici e delle pensioni, ma addirittura difende lo scellerato accordo interconfederale del 28 giugno.
La CGIL tragga conclusioni coerenti con quanto sta accadendo, e ritiri immediatamente la propria sigla da quella intesa, perché è stata quella firma ad aver aperto la strada alla sostanziale cancellazione per legge del Contratto Nazionale di Lavoro e alle deroghe allo Statuto dei lavoratori. Se non lo farà dimostrerà di non essere impegnata nella difesa dei lavoratori, bensì di usarli strumentalmente nel tentativo di fare strada ad un governo di larghe intese, a cui possa partecipare anche il centrosinistra, al quale sarà concesso di fare tutto ciò che viene giustamente impedito a Berlusconi. Perché nemmeno questa manovra sarà sufficiente.
Come ha rilevato la Corte dei Conti, per rispettare i parametri sul rapporto debito/PIL imposti dall'Europa, presto saranno necessarie ulteriori durissimi interventi.
In questo modo la crisi continuerà ad aggravarsi.
Dobbiamo fermarli, mandando a casa l'intero ceto politico, nelle sue varianti di destra e di sinistra e aprendo la strada ad una vera democrazia partecipata e portatrice dei valori costituzionali.
NOI IL LORO DEBITO
NON LO PAGHIAMO!
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sabato 27 agosto 2011

Alla ricerca della Repubblica Promessa




Luglio - Agosto 1979, parte la missione di ricerca e soccorso delle unità  della marina militare, verso il mar cinese meridionale, vietnamiti in fuga alla ricerca di una speranza e di un futuro, molti ragazzi di leva chiesero di prolungare la ferma orgogliosi di quello che l’ Italia dimostra al mondo che si poteva fare, soccorrendo persone disperate ed in pericolo di vita dall’altra parte del mondo che rischiavano la vita loro e quella dei loro figli attraversando il mare per una speranza di vita migliore,

Luglio- Agosto 2011, sembra proprio di vivere in un altro stato, un'altra repubblica, barconi di persone lasciati naufragare, perdono la vita davanti alle nostre coste, o ignorati fino all’ultimo momento. Come può succedere?  Sicuramente non è un caso, il non intervento operativo, è evidente la regressione culturale e politica dei nostri politici, ma, fin dove vogliono arrivare? Fin dove sono disposti a spingere l’opinione pubblica? Mostrare come un pericolo pubblico un' umanità migrante alla ricerca di un futuro di una speranza, come storicamente e sempre avvenuto, seminatori di odio, alimentano paure eccessive, immotivate, tra persone già preoccupate per il futuro incerto.

Gerardo Musca

Libia, la verità? Fermare la Cina, inguaiando anche l’Europa

Scritto il 27/8/11 • nella Categoria: idee

Gheddafi è solo una maschera, il tiranno perfetto contro cui scatenare i media, quindi l’opinione pubblica e infine i Tornado. Berlusconi? Non conta niente, ha subito una guerra che non voleva, come del resto la manovra finanziaria “lacrime e sangue”. E gli alleati europei? Idem: nonostante le apparenze, la battaglia di Tripoli è contro di loro, innanzitutto: concepita per metterli nei guai. E persino «il povero Obama» ha dovuto abbozzare. Perché a decidere di trasformare la Libia in un inferno come l’Iraq è stato il super-potere di Wall Street. Con un obiettivo evidente: fermare l’avanzata della Cina. «Non è nemmeno questione di petrolio», dice Giulietto Chiesaall’“Espresso”: «Tra 5-10 anni non ci sarà più posto per Usa e Cina insieme: o troveranno un accordo, o saràguerra mondiale».
«Tutto quello che vi dicono sulla guerra in Libia è falso»: intervistato da Fabio Chiusi, Giulietto Chiesa teme che la “guerra sporca” in Libia prepari un Giulietto Chiesa futuro di tipo iracheno per il Nord Africa, e preluda a un conflitto mondiale. «La conclusione è chiara: c’è una tale disparità di forze sul terreno – non tra i ribelli e Gheddafi, ma tra la Nato e Gheddafi – che non ci può essere altro esito che una demolizione dell’attuale stato libico: demolizione che però non finirà la guerra». Uscito di scena il Colonnello – una volta ucciso o divenuto “fantasma” come Saddam prima della cattura – le forze lealiste radicate a Tripoli e Sirte potrebbero resistere a lungo, verso una crisi endemica: «La conclusione militare è certa, la conclusione del conflitto no». Come in Iraq: «Esperti come Angelo Del Boca hanno la stessa idea: perché la divisione del Paese è stata artificiale, organizzata, stimolata».
Nessun moto spontanea di ribellione della popolazione, nessun anelito democratico negli insorti? «Non c’è nessuna vocazione alla democrazia in nessuna di queste rivolte: le vocazioni democratiche sono risultate assolutamente minoritarie sia un Tunisia, sia in Egitto sia tanto più in Libia, dove laguerra è stata programmata con largo anticipo dalle forze occidentali. Questa descrizione dell’anelito dei popoli arabi alla democrazia occidentale è una delle falsificazioni più clamorose che siano state inventate nell’epoca moderna». E cosa li ha spinti, allora? Chiesa indica una «rivoluzione demografica di proporzioni gigantesche, negli ultimi 25 anni»: a differenza dei loro padri, i giovani arabi «vedono le tivù dell’Occidente, fanno i confronti, capiscono che i beni ai quali vorrebbero e potrebbero Entusiasmo filo-Usa a Bengasiaccedere non sono disponibili per loro e si rivoltano: è una specie di modello Albania su larga scala». Minoritaria la spinta verso un sistema democratico organico: in Egitto prevale il ritorno ai valori tradizionali.
Giulietto Chiesa insiste: la campagna contro Gheddafi era stata anticipata da francesi e inglesi su un sito militare, inoltre era noto che in Cirenaica ci fossero gruppi armati paracadutati dai servizi segreti americani e britannici. Terzo: si sapeva benissimo che esisteva un governo provvisorio rappresentante la Cirenaica a Londra. Composto da persone legate all’intelligence Usa e a fondazioni americane. «A un certo punto si è deciso evidentemente che bisognava modificare gli equilibri all’interno del Nord Africa». Perché adesso? «Perché l’Africa sta diventando il grande terreno del confronto, per ora non militare ma economico, con la Cina. La Cina sta conquistando l’Africa con forme economiche e finanziarie di grande portata. L’Africa è il terreno su cui la Cina dovrà costruire una parte rilevante del suo sviluppo e del sostentamento del suo sviluppo, alimentare ed energetico».
Tecnicamente, l’orizzonte – neppure troppo remoto – è quello di una Terza Guerra Mondiale. «Certamente, questo è l’avvio di uno scontro inevitabile», insiste Giulietto Chiesa: «Da qui a 5-10 anni al massimo non ci sarà più spazio per noi, l’Occidente, e per loro, cioè la Cina, su questo pianeta. E allora si porrà il problema: se, come dichiararono sia Reagan, che Clinton e Bush figlio e padre, il tenore di vita del popolo americano non è negoziabile, allora è la guerra. Oppure ci si rivolgerà in un’altra forma di cooperazione internazionale, ma di cui non vedo il minimo segno, ci si metterà d’accordo per una gestione unitaria delle risorse disponibili che non sono infinite ma Un tank dei ribellifinite». Una forma di decrescita: «Sostanzialmente sì, è evidente. La crescita non è più possibile. I prossimi 10 anni saranno di recessione dell’Occidente e di crescita di Cina, India, Brasile».
E chi dichiarerà guerra in questo ipotetico conflitto mondiale? «Gli Stati Uniti, sicuramente. La Cina non ha l’egemonia né culturale né artistica degli Usa». Pechino potrà dominare attraverso la sua presenza economica, ma non sarà sufficiente né per trascinare, né per convincere, né per diventare particolarmente attraente o seduttiva. «Solo chi è il più armato di tutti può decidere le sorti di questo conflitto imminente. Cioè gli Stati Uniti». Che però, sottolinea “L’Espresso”, in Libia sono rimasti nelle retrovie rispetto a Francia e Inghilterra. Vero: «Hanno agito nelle retrovie e sono stati molto intelligenti. Perché hanno usato alcuni dei problemi dell’Europa. In questo momento l’attacco è contro l’Europa. Se c’è qualcuno che doveva sputtanarsi erano gli europei. Così come stanno cercando di demolire l’Europa e l’euro per metterlo al servizio del dollaro, avevano bisogno anche di compromettere l’Europa in una operazione di più vasto respiro».
Di chi parla, Giulietto Chiesa? «Dei circoli che contano e hanno il potere negli Usa, e cioè i banchieri che si riuniscono a Wall Street una volta al mese per decidere i destini dell’Occidente. Non certo il povero Obama». Per Chiesa «non c’è nessuna democrazia in Occidente, non esiste più. Esiste un simulacro di democrazia attraverso il quale noi pensiamo di incidere sui destini del pianeta. In realtà la gente né in Europa né negli Usa conta nulla, contano loro e decidono loro. La crisi europea in questo momento è stata decisa da loro, da questo gruppo. Una oligarchia ristrettissima di uomini possenti, i cui limiti intellettuali sono evidenti ma di cui è altrettanto evidente l’assenza di limiti nelle loro ambizioni e nel loro egoismo. Sono Ribelli nell'est della Libiaquelli come Warren Buffet, i grandi potenti del pianeta. Che hanno in mano tutto».
Venendo all’Italia: Berlusconi avrebbe potuto o dovuto comportarsi diversamente? No, perché in questo gioco non conta nulla: «L’ha detto lui stesso: “Mi hanno dettato loro cosa fare”. Non voleva fare la guerracon la Libia, per ragioni sue personali, e gli hanno fatto fare la guerra. Non voleva in nessun modo adottare le misure europee e gliele hanno fatte adottare». Forse avrebbe potuto limitare i danni, ma «non aveva margini di manovra». Anche l’Italia comunque è stata facilitata, nel “salvare la faccia”, dalla risoluzione 1973 dell’Onu, che secondo Chiesa «ha cancellato lo statuto delle Nazioni Unite, che dice che un intervento dall’esterno è ammissibile solo se un paese minaccia la pace internazionale con le sue azioni. Ma Gheddafi non lo stava facendo, in quel momento; da tempo si era messo in linea con gli interessi dell’Occidente. Perché allora si è deciso che il suo regime non andava bene?».
L’attacco è stato motivato dall’urgenza umanitaria, ricorda “L’Espresso”: il Colonnello stava minacciando il bagno di sangue contro gli insorti. «Tutto questo è già stato dimostrato come falso», replica Giulietto Chiesa. «I 10.000 morti non c’erano e nessuno li ha mai visti, le fosse comuni lo stesso, i bombardamenti sui cortei della popolazione non c’erano. Ho lavorato su tutte le fonti disponibili e non ho trovato una sola immagine, una sola notizia attendibile. La notizia è stata data da “Al Jazeera”, ma era palesemente non credibile nel momento in cui è stata data. Perché dopo due giorni dall’inizio delle rivolte qualcuno doveva aver contato i 10.000 morti, e io vorrei sapere come si fa». Tutto falso? «Il fatto è che noi siamo in mano a un L'avanzata dei ribelli su Tripolimainstream media che racconta le balle che gli vengono presentate da qualche fonte normalmente organizzata dai servizi d’influenza».
Giulietto Chiesa non li chiama neppure servizi segreti: «Sono loro che producono notizie false: tutta questa ultima fase della battaglia è interamente falsa, perché abbiamo i testimoni là che ce lo raccontano. Non sono quelli che appaiono sui mainstream». Forze speciali paracadutate, ribelli appoggiati anche sul terreno in modo pesante, anche se i miliziani di Bengasi «contano come il tre di picche». Non sono stati loro a gestire la rivolta e non saranno loro a dirigere il dopo-Gheddafi: «Tutta questa storia è stata pompata, come con l’Iraq, perché prima si organizza la spinta di massa dell’opinione pubblica per accettare la guerra. E poi si fa la guerra: quando l’opinione pubblica ha ceduto». Parla per tutti il precedente vergognoso dell’Iraq: tutti i media pronti a “credere” alla menzogna delle armi di Saddam.
«Io l’ho detto dall’inizio», insiste Giulietto Chiesa, autore del bestseller “La guerra infinita” e del film “Zero” sulle montature della “guerra al terrorismo” attorno alla strage dell’11 Settembre. «Il mainstream agisce all’unisono per la semplice ragione che è interamente nelle mani di coloro che organizzano la guerra». Così, la gran parte dei giornalisti «non fa il suo mestiere e racconta le bugie che gli sono inviate sottobanco». Giornalisti, come dire, “poco attrezzati” per cercare di capire – e raccontare – quello che sta Il presidente siriano Bashar Assaddavvero accadendo in Libia. L’ennesima guerra per il petrolio? «No, quello lo prendevano lo stesso. Il problema è che Libia e Siria, oltre alla Giordania a dire il vero, sono gli unici due paesi del Mediterraneo che non erano ancora integrati nel sistema militare di difesa della Nato», dice Chiesa.
Una spiegazione geopolitica: per niente rassicurante. «Con la caduta di Gheddafi, la Libia entrerà nel regime di difesa militare della Nato, estendendolo a tutto il Nord Africa. L’obiettivo è di unificare sotto un unico comando militare non solo l’Europa ma anche il Nord Africa. Un’operazione di lunga prospettiva, molto strategica», vista soprattutto la crisi che attanaglia l’economia occidentale di fronte allo spettro della recessione. Il grande obiettivo? La Cina. Che va fermata sul Mediterraneo, prima che si prenda tutta l’Africa come sterminato serbatoio di risorse vitali per la propria tumultuosa crescita. E quindi, la parola passa alle armi: cioè alla Nato, che fa valere la sua attuale supremazia. Prossima mossa, la Siria? «Sì. Oppure l’Iran, ma quella è un’altra variante. Che emergerà solo quando la crisi sarà più acuta».
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